Hai solo pochi giorni per agire: ecco chi rischia davvero con il fisco

In genere, avere problemi con il fisco non è mai una buona notizia, perché significa che non abbiamo pagato qualcosa di dovuto allo Stato Italiano, e il fisco a un certo punto ci è venuto a bussare alla porta per presentarci il conto. Ma cosa succede davvero se abbiamo un conto in sospeso?

Tutto parte dall’Agenzia delle Entrate

Può capitare, nessuno dice che ci sia necessariamente mala fede, ma sarebbe anche molto riduttivo parlare di ciò, ovvero che si ometta volontariamente e con malignità il pagamento di una multa o di una tassa dovuta come un bollo auto, perché si conoscono abbastanza bene le conseguenze a cui si va purtroppo incontro.

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Nella stragrande maggioranza dei casi, il problema si risolve il ricevimento di una lettera di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate che ti comunica che ci somme dovute non pagate e che sarebbe il caso di mettersi in regola al fine di evitare il peggio per sé e per la propria famiglia.

Si tratta comunque di obblighi e non di piacere allo stato puro. Purtroppo l’Italia è un Paese carico di tasse da pagare, che se ti giri un attimo e dimentichi una, è sicuro che dopo pochi mesi qualcuno ti mandi a casa un messo dell’Agenzia delle Entrate e ti presenti un bel malloppo da pagare.

Cosa sta succedendo?

Alla luce del crescente aumento di situazioni per cui i ritardi nei pagamenti e anche quelli mancati non vengono portati a termine, è chiaro che l’Agenzia delle Entrate, che si occupa proprio della riscossione tributi da parte dei cittadini italiani, deve intervenire per trovare una soluzione a questo sempre più dilagante problema.

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Così succede che, intensificando i controlli, stia venendo fuori che ci sono tantissimi italiani a non essere in regola, eppure per poterlo fare ha davvero poco tempo, se non vuole tra le altre cose anche essere segnalato al fisco, un altro nome altisonante che mette panico in chi si trova in cattive acque.

Tutto questo aumento dei controlli è stato reso possibile dalla tecnologia, sempre più precisa e sempre più puntuale, che attraverso nuovi e sofisticati algoritmi di verifica automatica, ha cominciato a mostrare un vero e proprio motore di ricerca capace di individuare tutti gli errore e le irregolarità di chi non paga.

Chi rischia?

Il rischio che si corre è piuttosto chiaro e sotto lo sguardo attento del fisco: se dichiari poco, ma hai allo stesso tempo una misura tale per cui te la passi bene, con auto all’avanguardia e all’ultima moda, allora puoi cominciare a contare i minuti prima che il fisco ti identifichi.

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Diciamo che con questi sistemi tecnologici che ci troviamo in mano, se commetti un errore di valutazione sei nei guai: prova a immaginare se emetti una fattura sbagliata o se porti a termine una spesa non giustificata; in questi casi scattano controlli davvero attenti e mirati a capire cosa stai macchinando.

Ma l’attenzione stacca anche nei confronti di quanti hanno piccole imprese, ma soprattutto quanti sono stati aiutati dai bonus fiscali. E’ chiaro che c’è sempre qualcosa sotto, ed è ovviamente la chiarezza e la trasparenza: se sei titolare di un’attività e hai avuto beneficio di alcuni bonus, è chiaro non puoi più permetterti di sbagliare, altrimenti rischi di dover restituire tutto con gli interessi.

Quali sono le conseguenze?

In pratica, siamo nelle mani di un sistema informatico che opera alla luce di un algoritmo, in grado di analizzare tutti i dati, che siano acquisti, movimenti bancari particolarmente strani, fatture elettroniche e confronta alla fine tutto con il tuo reddito; se i due dati non combaciano, allora stacca la necessità di intervenire perché vengono mostrate anomalie.

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Le conseguenze in questi casi sono tantissime: inizialmente vieni sollecitato solo da lettere di invito a chiarire la tua situazione perché poco chiara, in quanto potrebbe trattarsi di un errore che si può risolvere, come nel caso dell’emissione di una fattura elettronica sbagliata o di un numero inserito poco correttamente.

Ma se la cosa non viene presa in carico, allora scattano degli accertamenti più attenti, con il rischio intanto di sanzioni da pagare fino al 180% dell’imposta evasa, fino anche, nelle situazioni peggiori e sicuramente riconosciute come più gravi, con la sospensione della partita IVA. Insomma, guai che è meglio non vivere!

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